mercoledì 22 settembre 2010

La migliore vicina di casa

Una Signora di nome E. si complimentava e gentilmente chiedeva di potermi presentare ad un suo amico famoso così da potermi "lanciare".
Oltre a questo la mia voce la faceva sentire in "famiglia". Intendendo famiglia di artisti dati i parenti navigati nel mondo del teatro. Così le risposi:

Cara E.,
mi sento un po' in famiglia anch'io scrivendo a te che porti il nome di una mia amata vicina di casa d'infanzia di nome E.
E. era sempre al mio fianco nei momenti bui, anzi proprio grazie a lei ho iniziato gli studi del canto lirico e del teatro.

E. era costantemente positiva e piena di entusiasmo (strano per una psicologa settantenne con la protesi alla gamba destra dopo una poliomelite fulminante in tenera età) io riparavo in casa sua quando la vita mi guardava storto e a sedici anni la vita non ci vede proprio... ad ogni modo Lei adorava Jacques Prevert e la Callas con tutti gli annessi e connessi.

I suoi muri traboccavano di cultura. i suoi trentatrè giri narravano poesie di grandi poeti. poesie mai più ascoltate che io mi divertivo con una tovaglia a fiori ad interpretare sul divanetto di casa sua.
E le sue mani raccontavano di storie. Storie lontane portate in scena da talenti innati che nessun uomo famoso poteva scoprire. Ma per me, Lei si.

Dunque ero una piccola sognatrice di pochi scrupoli che assorbiva arte in cambio di un po' di compagnia con questa profonda persona. E.
Ora al mio fianco ho poche persone che, insieme a me, cercano di far conoscere il mio modo di cantare: mio marito per primo e il mio maestro pianista preparatore.
Alle volte ci riescono a farmi cantare da qualche parte ma sono sempre puntate isolate che non si ripetono una seconda volta...

Così studio sempre cose nuove per concerti rari e quando ho la fortuna di partecipare ad un opera porto a casa tanti complimenti e nessuna certezza di lavoro per il futuro. Ma ho imparato ad amare quello che faccio senza contare troppo sulle mie aspettative. ormai diventate "impossibili" per quanto normali.

Sento quindi di ringraziarti per quello che leggo nella tua lettera.

Un caro saluto E.,
Francesca

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